mercoledì 16 gennaio 2013

Di come un libro possa far viaggiare. Saltimbanchi

Sguardi placidi, contorni precisi e sottili. Colori vivaci e ogni cosa tracciata nei particolari.
Emmanuelle Houdart, Pavel, il musicista senza braccia e senza gambe, Saltimbanchi, Logos 2012

I Saltimbanchi di Emanuelle Houdart si stagliano sulle grandi pagine bianche del libro come un tatuaggio di Sailor Jerry sulla pelle, come tatuaggi trasudano vissuti e ricordi, si fanno simboli eloquenti di più di una storia. Guardo ancora i loro occhi. Placidamente, rivelano. Enigmatici, come i tarocchi marsigliesi. Arcani manifesti, ben delineati anch'essi. "Disegnare il meraviglioso e il terribile".
Un tatuaggio in stile Old School, dall'archivio del tatuatore americano Norman Keith Collins, detto Sailor Jerry
A. Jodorowskj, P. Camoin, tarocchi marsigliesi (restaurati), Il Diavolo
Emmanuelle Houdart, Il guardaroba, Logos 2012

Seguendo la scia dei solchi scuri che accomunano simboli così lontani, mi ritrovo ad esplorare nelle parole le esperienze di persone deformi e marginali, che per via della loro diversità rendono il mondo più vario. Quanto ne avrebbe bisogno adesso? Quanto il mondo tende ad assomigliarsi troppo? Allora sguazzo nei dettagli, che fanno la differenza, per cercarla. La trovo nei piccoli coltelli che tagliano la stoffa, nei libri minuscoli sull'amore, sulla vita, nei Cent'anni di solitudine che avevo in mente fin dalla copertina di questo albo e che scorgo felice tra i libri del Colosso Alex. Come il ghiaccio di Melquiades, questo libro stupisce. In una superficie gelida, dentro il corpo di un mostro, soffia uno spirito delicato, che fa volare vestiti minuscoli e fa viaggiare l'immaginazione altrove.
Saltimbanchi, copertina