mercoledì 9 maggio 2012

Mostri in libertà perché la libertà non è un mostro. Maurice Sendak

I mostri selvaggi continueranno ad accompagnarci come hanno fatto negli ultimi quarant'anni, ma Maurice Sendak è morto ieri, 8 maggio 2012, all'età di 83 anni. Where the wild things are,1963, capolavoro di Sendak, è stato pubblicato per la prima volta in Italia da Emme Edizioni nel 1981 con il titolo Nel paese dei mostri selvaggi ed è attualmente pubblicato da Babalibri. Max (protagonista della storia) e molti altri bambini hanno dato via libera alla propria immaginazione riempiendo la propria cameretta di creature fantastiche, viaggiando a lungo nel suo spazio dilatato nel tempo di una cena, o nei minuti di dormiveglia, come Alice Liddell ha fatto nel suo meriggio d'oro. Come Alice, Max è un bambino vispo e a tratti irriverente, ma non per questo l'autore lo rimprovera. La curiosità, la vivacità e l'immaginazione vanno al di là dei moralismi, come anche l'affetto dei genitori. Così, anche dopo una punizione (che la mente trasforma in avventura) la cena attende calda e calorosa il bambino affamato.
La storia di Sendak coinvolge i bambini e insieme parla dei bambini, e uno dei suoi pregi è proprio questo, che permette di unire il reale all'irreale. Ma un'altra storia di Sendak affascina e coinvolge, nonostante la sua scarsa popolarità in Italia. Si tratta della storia di Luca, la luna e il latte (The Night Kitchen, 1970, edizione italiana di Babalibri). Una notte dall'immaginazione particolarmente pastosa ingloba in se un bambino, facendolo scivolar via dal proprio letto e dal proprio pigiama come uno schizzo di latte. Un cuoco ciccione infatti, scambia proprio Luca per il latte, e lo adopera per il suo impasto. Comincia allora un viaggio avventuroso e ancora più inaspettato, nella dispensa, sorvolando uno skyline di bottiglie di latte e barattoli di pomodoro. E ancora una volta l'immaginazione di Sendak non si lascia arginare da alcun moralismo. Il piccolo Luca sguscia via dal suo pigiama, e nudo si lancia nella sua avventura, senza malizia. Che sia spudorato? Che il cuoco somigli più a Hitler che a Oliver Hardy? Che sia sconveniente usare un bambino in una ricetta di cucina? Lasciamo queste domande da parte, nulla conta se non ci darebbe peso un bambino.

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