domenica 10 febbraio 2013

Alcuni antidoti al tedio domenicale

Una domenica grigia, come molte in questo periodo dell'anno. Basterebbe un po' di sole, una passeggiata al Colle Oppio, per smentire le rovinose conseguenze del tedio domenicale paventate da Lindo Ferretti. Invece no. All'orizzonte, come per Clov, è inesorabilmente grigio. Come per la grigetta tendenza della recente illustrazione italiana, l'antidoto è un po' di colore e di fermento, che per esempio si può trovare in un volume d'oltreoceano.
Si tratta del libro: The where, the why and the how. 75 artists illustrate wondrous mysteries of science! edito dalla Chronicle Books a settembre 2012.



Un libro che abbraccia nella creatività e nella vivacità, lo sguardo acuto che accomuna l'illustrazione (come forma d'arte descrittiva e soprattutto nella sua vicinanza all'ottica infantile) e la scienza, mettendo in luce molti interessanti e insoliti particolari che concernono ciò che siamo e dove stiamo andando. Una eco fulminea. Vito Acconci. Where We Are Now, Who Are We Anyway.

Sul sito della Chronicle Books, The where, the why and the how è definito così:
"In queste pagine alcuni dei più grandi (e più piccoli) misteri del mondo naturale sono spiegati in saggi di ricercatori scientifici, e illustrati da artisti che hanno messo in moto la loro immaginazione o tradotto letteralmente in immagini i fenomeni trattati. Il risultato è una celebrazione di meraviglie che ispira nuove scoperte."
Un'animazione mostra alcuni dei contenuti del testo.
vimeo.com/50786051
Tra gli autori del libro: Brian Yanny, Fremilab; Albert De Roeck, Cern e Duight D.Bowman, Cornell University, e gli illustratori: Lisa Congdon, Jen Corace, Neil Farber, Susie Ghahremani, Jeremyville, Jon Klassen, Jacob Magraw, Jenny Volvovski, Julia Rothman, Matt Lamothe, Camilla Engman, David Macaulay e Becca Stadtlander.
Jon Klassen e Camilla Engman sono già molto noti in Europa. In Italia hanno pubblicato con Zoolibri (Jon Klassen, Voglio il mio cappello, Zoolibri 2012; Questo non è il mio cappello, Zoolibri 2013) e Topipittori (Giovanna Zoboli, Camilla Engman, Troppo tardi, Topipittori 2012). Altri illustratori che hanno collaborato al progetto sono, invece, meno conosciuti.
Le illustrazioni di Becca Stadtlander sono molto vivaci, utilizza la guache ma il colore è deciso e nitido.

Becca Stadtlander, How long do trees live? The where, the why, the how, Chronicle Books 2012
Becca Stadtlander, illustrazione per il New York Times, Sunday Review 14 ottobre 2012

Jenny Volvovski illustra nuove probabili copertine per libri che legge. Senza troppi fronzoli (letteralmente e nel sito, che è un elenco di copertine dalla grafica molto comunicativa). E' tra i membri di ALSO, gruppo di illustratori, grafici e videomaker, e si esercita all'illustrazione leggendo e, allo stesso tempo cerca profondità nelle sue letture cercando di illustrarle, facendone "un'esperienza personale". Seleziona poi le sue ipotetiche copertine, come fossero parte di una serie, i cui criteri distintivi sono verde, nero e bianco come colori e futura, typewriter e grafia manuale come font.




Alcune delle copertine di Jenny volvovski. Come afferma lei stessa, non seguire volentieri le regole. Lolita rompe lo schema cromatico con il magenta.

Julia Rothman collabora con il New York Times e il New Yorker, oltre ad occuparsi di grafica, ma soprattutto i motivi dei tessuti sono la sua narrazione migliore: oggetti che riassumono gli anni 80, ripetizioni di audiocassette ma anche accessori come occhiali o scarpe, motivi naturali modulari.

Julia Rothman: alcuni dei tessuti e un illustrazione per la New York Times Book Rewiew del 2 dicembre 2012

Tra le pubblicazioni di Julia Rothman, Farm Anatomy (Storey Publishing, 2011) comduce di nuovo il pensiero alla scienza, alla natura, e all'arte (in questo caso l'illustrazione) come tre diverse forme dallo stesso contenuto.


A volte, è come se la natura si divertisse illustrando. Il broccolo romano, la felce, sembrano essere affascinanti descrizioni di formule matematiche, non il contrario. Oppure illustrando per dinamiche, come negli effetti curativi delle piante (secondo la teoria della segnatura) le quali, ripetendo nelle forme (autosomiglianza) in piccolo (dimensione frazionaria) le forme delle parti del corpo umano, suggeriscono l'uso curativo delle prorpie sostanze per le suddette parti. Così la somiglianza sta per, illustra un significato.
Pure questioni formali. E di contenuto.
Così, come la noce si collega al cervello, forme archetipiche (come le figure chiave delle fiabe, si pensi a Propp, a un'icolologia della fiaba e della favola, o le caratteristiche semiotiche dell'immagine) sono veicolate dall'illustrazione, naturalmente.
A questo punto, la riflessione si espande, e il tedio si allontana, perché non si conclude. Intanto è tornato il sole, di corsa l'aria aperta chiama. Le conclusioni, con la loro piattezza, lasciamole alla noia.

2 commenti:

  1. Ho scoperto oggi questo blog e con lui nuovi illustratori, grazie!
    L'ho subito inserito fra i preferiti qui, sul mio blog: http://www.thestripedhorse.blogspot.ru/ :)

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  2. grazie molte, Sara! Mi fa molto piacere avere una nuova lettrice! Ho appena visitato il tuo blog, è molto stimolante e sono fiera di essere tra i tuoi preferiti. Corro ad aggiungerti tra i miei, un cavallo a strisce non può mancare :)

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